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mercoledì 2 febbraio 2011

Cactus & co.

Che io ami le piante grasse non è una novità. Ne ho viste di carinissime su questo blog e ho pensato di rifarle, ma senza fiori… magari li aggiungerò in un secondo momento: adesso siamo decisamente fuori stagione.

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… ricordate l’epitelantha con i suoi fruttini?

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Ho piantato i semini dell’unico frutto sfuggito a formiche, cavallette, uccelli e quant’altro (il terrazzo è un regno di predatori!!!!). Mi ritrovo con 3 pianticelle piccole piccole, dimensioni inferiori ad un grano di pepe, ma sono fiduciosa, cresceranno Sorriso Intanto le innaffio con il contagocce e le tengo in casa: basterebbe un niente ad ucciderle.

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Continuo a tenere le mani in pasta; questa settimana muffins con le gocce di cioccolato, liberamente tratti da qui

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e i biscotti per Tony, senza colesterolo (né burro, né uova, né latte)

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(…mentre li facevo, pensavo fossero ‘na schifezza, invece no!! Sono croccanti e molto adatti a colazione Sorriso Sorriso). La ricetta l’ho presa qui.

martedì 25 gennaio 2011

mani in pasta

Il fatto che, attualmente, io sia un po’ depressa si deduce da tante cose, prima fra tutte la NOIA. Evidente che uno stallo simile non può piacermi, anzi LO DETESTO (e mi detesto…).

Qualcosina faccio, ma sono le idee che latitano. Forse per questo cucino tanto, seguire una ricetta non richiede sforzi mentali particolari!

Questi i gingerbread in feltro.

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E questi in cartone ondulato (da Manu) e in fimo:

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Quelli mangerecci non ho avuto il  tempo di fotografarli: sono finiti in un battibaleno. Tra l’altro, mi hanno regalato un pomeriggio divertente: decorarli con la  glassa, insieme a Giovanna e Giuseppe, ci ha fatto fare tante risate. In più, ho contratto una specie di Biscottite acuta: cerco ricette nuove, le realizzo e , ahimé, mangio… biscotti al cioccolato, biscotti al burro, biscotti da latte. Ecco quelli che ho sfornato appena 2 ore fa. La ricetta l’ho presa qui.

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Per rimanere in tema di dolcetti, i cupcakes all’uncinetto, direttamente da Manu, che rimanda a questo tutorial:

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Il sacchetto per l’album da disegno, con mostriciattolo porta-colori è copiato paro paro da qui. Rigorosamente di riciclo, ho usato il dietro di una vecchia felpa di Tony, un pezzetto di pannolenci azzurro e i manici del sacchetto di un negozio. Lo regalerò al fratellino di un compagno di Giuseppe, naturalmente con colori e album!
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e poi… sono incavolata nera con le poste: vero è che ho spedito il secondo gruppo di auguri tardissimo, ma che le mie buste si siano perse per strada… Ho notizia solo di Illy e Letizia Triste.

Avvilente Triste TristeTriste

giovedì 4 novembre 2010

Una ricetta: Ficatu ‘ri setti cannola

Ho fame e visto che non posso preparare cose succulente, mi butto sulle verdure… Ho sempre detestato le limitazioni alimentari, e sono fermamente convinta che le diete, almeno quelle affamanti, fanno male e basta. Certo, mi rendo conto che dando libero sfogo alla fame che mi ritrovo, finirei per spendere un capitale (che non ho) in vestiti nuovi…

E allora? Cucino; cose non troppo complicate, senza grassi animali, che Tony non può mangiare.

Il “Ficatu” di cui sopra non ha niente a che fare con il FEGATO: è un piatto povero, per chi il fegato poteva solo immaginarlo.

INGREDIENTI

  • zucca rossa
  • olio extra vergine
  • sale
  • aceto di vino bianco
  • zucchero
  • foglioline di menta
  • aglio

Sbuccio la zucca e la taglio a fette alte circa 1 cm . In una larga padella faccio scaldare una buona quantità di olio E.V.O. e vi immergo le fette di zucca. Le friggo per bene, rigirandole con cautela. E’ importante che l’olio sia caldo, in modo che le fette di zucca facciano la crosticina e non si spappolino. Ripongo le fette già pronte in una ciotola profonda (preferisco così, piuttosto che un piatto: mi pare che si condisca meglio) e le salo. Schiaccio una manciata di spicchi d’aglio con tutta la buccia e li butto nell’ultima padellata di frittura. Dopo avere tolto le ultime fette, verso l’olio bollente (e l’aglio!) nella ciotola. Aggiungo le foglioline di menta. A parte preparo l’agrodolce: verso in un bicchiere 100 ml di aceto bianco, aggiungo 2 cucchiai di zucchero, mescolo accuratamente per farlo sciogliere. Aggiungo l’agrodolce alla zucca e lascio riposare. E’ un piatto che va consumato freddo.

L’abbiamo mangiato stasera, per dare un minimo di significato a quell’insipido pollo che tanto spesso mi trovo nel piatto (e che mi fa rimpiangere i galletti ruspanti che mi preparava la nonna…)

mercoledì 3 febbraio 2010

AJ, SCC e … torta!

la mia paginetta per l’AJ: tema della settimana, il TRUCCO.

Nelle intenzioni c’era la rivisitazione della copertina di Rimmel, disco di Francesco De Gregori che mi è rimasto nel cuore; avevo pensato a tanti scovolini da mascara a fare le strisce su fondo neutro e… ha prevalso una certa pigrizia: mi ci vedi a ritagliare scovolini dopo averli modificati per avere la dimensione giusta? il mio diavoletto diceva di no. E siccome, a volte, le mani pare che lavorino indipendentemente dal cervello, ho DISEGNATO (??????) (mia madre si rivolterà nella tomba…) (non lo facevo dalle elementari) (… e meno male)

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Poi, non so se sono ancora in tempo per una sfidina sul blog di SCC.

ho proprio scrapliftato il modello proposto:

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Mi è venuto subito in mente un possibile utilizzo per queste mongolfiere/lampadine della Sassfrass che ho provato e provato ad usare, senza successo: troppo viste! Bene, così imparo che la roba troppo modaiola la si usa subito o non la si compra.

E infine, una tortina: niente di succulento, grondante grassi e calorie. Una cosina modesta, che accontenta la gola ma non danneggia chi ha qualche problemino (accidenti, ho quasi perso il gusto di cucinare, e in compenso non ho perso un etto: logico, mi tuffo sui biscotti peggio dei bambini!!)

TORTA ALL’ANANAS

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Ingredienti

  • 150 g. di farina 00
  • 2 uova
  • 200 g. di zucchero
  • 50 g. di burro
  • 1 scatola di ananas al naturale
  • 1/2 bustina di lievito

Metto in una tortiera (di 20/22 cm di diametro) il burro, metà dello zucchero e un goccino d’acqua. Pongo sul fuoco e lascio caramellare: lo zucchero deve prendere un bel colore bruno, ma non bruciato.

Sistemo le fette d’ananas sgocciolate (ma ne tengo da parte un paio) su questo fondo.

Preparo l’impasto: sbatto i tuorli con lo zucchero fino a renderli spumosi. Aggiungo la farina setacciata con il lievito, 2 fette d’ananas tagliate a cubetti e mezzo bicchiere di succo d’ananas. Monto a neve ferma gli albumi e li mescolo delicatamente al composto. Se dovesse risultare troppo sodo, lo ammorbidisco con altro succo d’ananas. Verso l’impasto nella tortiera e inforno a 180° per 35/40 m. Mi accerto della cottura con la prova-stecchino e sformo prima che si raffreddi.

domenica 23 marzo 2008

sabato 26 gennaio 2008

Sfinci di San Giuseppe

Lo so, è un po' presto, ma visto che quest'anno la Pasqua è decisamente bassa, la favolosa teoria dei dolci fritti (che sono quelli che preferisco, io AMO il fritto) ha già preso l'avvio. Approfitto di un'iniziativa del nuovo blog di SCC: scrap-ricetta a premi.





Ingredienti
Per le sfinci
300 ml di acqua
300 g. di farina bianca
70 g. di strutto
5 uova
1 pizzico di sale
Scorza grattugiata di limone


Per la crema
300 g. di ricotta di pecora
150 g. di zucchero
Canditi: scorza d’arancia, ciliegie, zucca
Cioccolato a scaglie
Granella di pistacchio
Vaniglia

Olio o strutto per friggere

Preparo la crema: la sera prima metto in una ciotola la ricotta ben sgocciolata e lo zucchero. Mescolo sommariamente e lascio riposare tutta la notte. Il giorno seguente passo la crema al setaccio fine, più volte, finchè non è liscia (NON uso assolutamente il frullatore: la crema di ricotta è una crema pesante). Condisco con cioccolato a scaglie e dadini di zuccata, e profumo con la vaniglia.

Preparo le sfinci: Metto a bollire l’acqua in una pentola, con lo strutto e un pizzico di sale. Quando lo strutto si è sciolto, fuori dal fuoco, verso la farina tutta insieme e mescolo energicamente. Aggiungo la scorza di limone e rimetto sul fuoco. Continuo a mescolare finchè il composto si stacca dalle pareti della pentola: ci vorranno circa 10 minuti. Lascio raffreddare, poi aggiungo le uova, uno alla volta, mescolando molto accuratamente: non ne aggiungo un altro, fino a che il precedente non è completamente assorbito.
Preparo l’olio, o meglio, lo strutto, per la frittura: il recipiente deve essere profondo e il grasso abbondante. Aiutandomi con un cucchiaio, verso il composto nell’olio caldo, ma non al punto di fumo; per ogni sfincia ci vorranno 3 cucchiaiate. La pasta rotola su se stessa nell’olio caldo: la punzecchio con la forchetta e la batto leggermente al centro per darle la caratteristica forma di due sfere adiacenti. Quando le sfinci sono ben dorate e gonfie le metto a sgocciolare su carta da cucina.
Una volta tiepide, le riempio di crema (ma non eccessivamente), e ne metto un po’ anche nell’incavo che avevo creato durante la frittura. Vi adagio sopra la granella di pistacchio, la scorza d’arancia candita, la ciliegia.
Ricetta lunga e un po’ elaborata, ma ne vale la pena: io ADORO le sfinci.

lunedì 9 luglio 2007

Parfait di mandorle

Mi consolo in cucina: il parfait di mandorle è un semifreddo che mi piace moltissimo ed è veramente semplice da preparare e di sicuro effetto. Io, purtroppo sono allergica al cioccolato e sono costretta a farne a meno: peccato, perchè l’amaro del fondente si sposa veramente bene col dolce della preparazione!

Ingredienti
4 uova
200 g. di mandorle spellate e tostate in forno per 10 m.
500 ml di panna da montare
10 amaretti
7 cucchiai di zucchero
1 tavoletta di cioccolato fondente

Esecuzione
-Monto i tuorli con lo zucchero, finché diventano chiari.
-Monto gli albumi in un contenitore molto capiente, aggiungendo un pizzichino di sale. Devono essere sodi come la panna montata.
-Monto la panna
-Trito grossolanamente le mandorle e gli amaretti, senza ridurli in polvere.
-Mescolo delicatamente tutti gli ingredienti preparati, verso in uno stampo da plum-cake foderato con carta-forno e metto in freezer.
-Lascio raffreddare circa 4 ore.
-Servo a fette, decorando col cioccolato fuso a bagnomaria e ancora caldo.

mercoledì 20 giugno 2007

caldo, tanto caldo!

Anche se il sole è tramontato da un pezzo, la terribile calura di questi giorni non accenna a diminuire: ci saranno almeno 40°, troppi per fare qualsiasi cosa: la paginetta per Elle rimane accantonata; mi sudano troppo le mani.
Allora, ricettina fresca fresca:
GELO DI MELLONE (che dalle mie parti è l'anguria).
Taglio a pezzi la polpa di un'anguria e la passo al passaverdura, in modo da recuperarne tutto il succo. Ne verso 1l in una pentola e vi sciolgo 80g di amido di frumento. Aggiungo lo zucchero, per il quale non c'è una quantità precisa: dipende da quanto è dolce l'anguria e dal gusto personale. 6 cucchiai (150g) dovrebbero bastare. Metto sul fuoco e mescolo continuamente con un cucchiaio di legno finchè il composto comincia a diventare cremoso (ma non deve bollire). Profumo con un po' di vaniglia e verso la cremina in coppette; appena tiepida, la decoro con pistacchi tritati, pezzettini di cioccolato fondente e FIORI DI GELSOMINO. Passo in frigo per almeno 6 ore.

domenica 10 giugno 2007

rosticceria palermitana

Ho vissuto 15 anni a Palermo: è una città bellissima e godibilissima, anche da un punto di vista gastronomico. E’ un piacere entrare in una pasticceria, un panificio, una rosticceria: i golosi come me trovano mille tentazioni.

IMPASTO BASE PER ROSTICCERIA
(calzoni, ravazzate, rizzuole, ciambelle, cartocci).


Ingredienti
1 kg di farina bianca
100 g. di zucchero
100 g. di strutto
Lievito di birra (da 25 a 50 g. in base alla temperatura esterna)*
Un pizzico di sale
Acqua tiepida

* di solito, più caldo è l’ambiente, minore è la quantità di lievito necessaria.

Esecuzione
Impasto la farina e lo strutto con lo zucchero, il sale e il lievito sciolto in acqua tiepida. L’impasto deve essere elastico e non molto duro. Lo metto a lievitare in luogo tiepido per 1 h. Lo riprendo e lo lascio ancora lievitare: questa operazione va ripetuta un paio di volte.

Calzoni fritti
Ricavo dei dischi di 15 cm di diametro dalla pasta, vi adagio al centro fettine di mozzarella e prosciutto cotto e un cucchiaio scarso di pomodoro pelato, condito con olio, pepe e sale. Chiudo il calzone sigillandone i bordi. Spennello la superficie esterna con uovo sbattuto e cospargo con pangrattato. Friggo in abbondante olio d’arachidi a temperatura non elevatissima.

Calzoni al forno
Si preparano i calzoni come nella ricetta precedente e dopo averli spennellati con l’uovo, li cospargo di semi di sesamo. Li dispongo sulla placca del forno, ben distanziati e li lascio lievitare ancora mezz’ora. Li cuocio in forno già caldo a 240° per 15 m circa.

Il resto prossimamente...